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La mafia non è finita. Dalla trattativa con lo Stato all’arresto di Messina Denaro (1993-2023)

Pet, 24/03/2023 - 18:27

Salvatore Sechi, Ordinario di Storia Contemporanea, nel suo libro parla della mafia dopo l’arresto di Messina Denaro. Con Matteo Messina Denaro Cosa Nostra guadagna 200 milioni al mese, e 35 miliardi all’anno. Uccide di meno e investe anche in Borsa, in parchi eolici, villaggi turistici, servizi di alta tecnologia. Resta perciò indimenticabile la stagione delle grandi stragi del 1992-1994. Vi perirono Falcone, Borsellino, i luogotenenti di politici, decine di agenti di scorta. Le due ultime sentenze del Tribunale di Palermo hanno confermato un episodio impressionante: nel 1992-1994 lo Stato offrì a criminali efferati come Riina, Provenzano, Brusca e altri, benefici penitenziari (come l’attenuazione del carcere duro, e sconti di pena) se avessero interrotto estorsioni e massacri. Non ci pensarono proprio a farlo. Tutto è cambiato perché la mafia ha sempre fatto politica. Sempre.

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Salute: i nobili pensieri non trovano riscontro nella realtà

Pet, 24/03/2023 - 18:14

Sembra che appena qualche secolo avanti Cristo gli aristocratici ateniesi guardassero al lavoro fisico con un certo disprezzo: tanto faticavano gli schiavi! All’epoca c’era una parola precisa che indicava come fosse indegno il lavoro manuale per un animo nobile: banausia. Pensate, perfino gli artisti venivano giudicati uomini di fatica, in quanto realizzavano i manufatti usando le mani e, peccato imperdonabile, addirittura sudavano! Sono andato a cercarmi la definizione esatta del termine ‘banausia’ ed ho trovato cose interessanti: vabbè, termine con cui i greci indicavano il lavoro manuale e servile l’ho già detto, ma ciò che non vi ho detto è che ancora oggi viene ripreso in sociologia e psicologia del lavoro per significare un‘attività fisica ripetitiva e perciò alienante in quanto chi la eseguiva non era a conoscenza della finalità di ciò che produceva! Infatti sembra che addirittura per Socrate l’ozio non fosse il padre dei vizi, ma fratello della libertà…al punto che l’uomo liberato dalle orribili necessità quotidiane potesse dedicarsi a quanto di più affine ci fosse nella spiritualità della propria anima lasciando, appunto, alle classi inferiori o presunte tali l’umile produzione dei beni primari. I medici di allora non appartenevano a questa categoria, anche se utilizzavano le mani per dare sollievo ai sofferenti; allora come oggi non si sono mai risparmiati ed ancora non si risparmiano per aiutare i bisognosi. Certo, devono campare, ma la maggior parte di loro durante la pandemia non si è arresa a costo della propria vita…chi ha clamorosamente sbagliato è quella classe dirigente che prima li acclamava e poi li ha abbandonati! Mi riferisco a coloro che si atteggiano agli aristocratici greci a cui accennavo all’inizio con una differenza, però, che cinque secoli avanti Cristo la democrazia era ai suoi albori; infatti, i poveri erano poveri e i ricchi naturalmente ricchi al punto di racchiudere nella parola ‘banausia’ il disprezzo per il lavoro che richiede fatica e sudore. Ora i medici vengono messi sotto accusa perché abbandonano la sanità pubblica come fossero diventati i responsabili del caos che viviamo, mentre nessuno parla e punta il dito contro la classe politica che per necessità simpatizza con le cooperative pagandole cifre da capogiro piuttosto che equiparare gli stipendi dei sanitari a quelli dei colleghi europei. Ebbene, cari aristocratici della Grecia antica, avete sempre avuto ragione! Per tali motivi ritengo che in Italia non ci siano altri lavori tanto resistenti alle avversità come quello del medico ormai obbligato alla burocrazia…come i rematori delle galee. Insomma, si è provveduto a decretarne la morte in nome di una globalizzazione deceduta per il commercio ed acquistata a buon prezzo dalle cooperative che operano in ambito sanitario.

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Il PSI concorda con Rete Studenti Medi e UDU

Pet, 24/03/2023 - 18:05

Mentre si susseguono i proclami del Ministro dell’Istruzione e del Merito, la Rete degli studenti medi e l’Unione degli Universitari chiedono, come noi socialisti facciamo ormai da anni, l’istituzione della figura dello psicologo in ogni scuola e nelle università.
Si tratterebbe di un intervento concreto, utilissimo, necessario, poiché in grado di arginare un’emergenza che si sta manifestando da tempo in tutto il Paese.
Al netto delle estemporanee dichiarazioni di viale Trastevere, riuscire ad avere uno psicologo in ogni Istituzione scolastica e nelle università, darebbe al Governo la possibilità di uscire dal torpore ammantato di proclami e di mettere in atto finalmente un’azione concreta, in controtendenza con quanto fatto sino ad ora.
Noi socialisti dunque ci poniamo al fianco degli studenti e chiediamo che i Ministeri dell’Istruzione e delle Università mettano a disposizione il personale necessario ad ogni Istituzione statale .
Certo si tratterebbe di un impegno economicamente rilevante. Certamente più costoso dell’istituzione di fantomatici tutor e docenti orientatori che, di fatto, come da troppo tempo accade, avrebbero un costo economico quasi pari a zero ma costituirebbero un ulteriore carico burocratico per i docenti.

 

Enzo Maraio
Segretario nazionale PSI

 

Luca Fantò
Referente nazionale PSI scuola

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Maraio: Calenda in sintonia con la destra e voleva costruire il Centrosinistra… 

Pet, 24/03/2023 - 17:55

Calenda, leader di Azione, è ospite a Mattino Cinque. Si parla di energia nucleare che per Calenda  è oggi una delle energie più pulite e più sicura da realizzare. “Un quarto dell’energia europea è prodotta dalle centrali nucleari. Non ha emissioni, non emette Co2 e ha bassissimo consumo del suolo”, ha aggiunto Calenda. Il dibattito continua: i pannelli solari “sono molto più inquinanti del nucleare, anche perché essendo prodotti in Cina, bisogna contare le emissioni del trasporto”. Per arrivare agli obiettivi europei di decarbonizzazione, “avremmo bisogno di una quantità di pannelli solari pari a un territorio grande tre volte il Molise, mentre il nucleare occupa un territorio molto più piccolo”, ha sottolineato Calenda che ha aggiunto: “Quando il sole non c’è, non c’è nemmeno energia e non si riesce a stoccarne grandi quantità. Invece il nucleare è una fonte costante e senza emissioni. Le scorie sono pochissime e vengono stoccate in assoluta sicurezza”. Poi arriva al punto politico aggiungendo di sentirsi a volte più vicino alla destra che al Pd di Elly Schlein. Come sul tema, appunto, del nucleare. “Abbiamo presentato una nostra mozione in cui con chiarezza chiediamo di andare verso il nucleare e la destra l’ha votata. Si fa politica per migliorare la vita delle persone – spiega sempre a Mattino Cinque – E io se un provvedimento della destra lo condivido, lo voto. Lo stesso un provvedimento della sinistra”. E per evitare sbagliate interpretazioni, sui social poi precisa: “Ho risposto, su domanda specifica dell’intervistatore, che sul nucleare il centrodestra è più vicino alla nostra posizione rispetto alla Schlein”.

 

Maraio, Calenda in sintonia con la destra e voleva costruire il Centrosinistra… 

“È curiosa questa sintonia con la destra per chi voleva costruire un centrosinistra “diverso”.  Facciamo gli auguri a Calenda che si prepara al congresso del nuovo soggetto. È facile prevedere dove approderà”. Così in un tweet il segretario del Psi Enzo Maraio.

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NULLA DI FATTO

Pet, 24/03/2023 - 17:29

Il presidente del Consiglio Meloni va a Bruxelles, sull’immigrazione non ottiene nulla come i predecessori, sugli insuccessi dei quali ha costruito la sua vittoria. E oltretutto esulta. Sul Mes il governo non cambia posizione nonostante le preoccupazioni del Presidente dell’Eurogruppo e nonostante le tensioni sui mercati. L’Italia non sembra infatti ancora disposta a ratificare il Mes. Unica in Europa a non averlo ancora fatto, attesa dagli altri Stati membri per dare il via libera alla riforma, Roma continua a rimandare. Lasciando il Consiglio europeo di Bruxelles, la presidente del Consiglio tentenna, rimanda, sposta il terreno della discussione senza rispondere alla domanda che le muovono i partner continentali: ratificherete il meccanismo?. Si tiene la carta del Mes ben stratta come arma di scambio? Forse. La ratifica del Meccanismo europeo di stabilità “è importante” ma “il modo in cui ciò accadrà spetta al Parlamento italiano e, naturalmente, al Governo italiano”. Ha detto il presidente dell’Eurogruppo Paschal Donohoe al termine dell’Euro Summit. “Mi limiterò a sottolineare ancora una volta ciò che ho fatto in precedenza, ovvero il valore della ratifica del trattato nel suo complesso da parte di tutti i membri, perché giocherà un ruolo prezioso nel modo in cui potremo rafforzare la nostra collaborazione per tutti”, ha affermato. “Non vediamo l’ora di cooperare e lavorare con loro in ogni modo” Nell’area euro “abbiamo le riserve e la resilienza per assicurare stabilità al sistema bancario al momento” ha aggiunto il presidente dell’Eurogruppo, a margine dell’Eurosummit in corso a Bruxelles. “Ho molta fiducia – ha aggiunto – nel livello di liquidità e la resilienza che il sistema bancario ha acquisito. Credo anche che le autorità di vigilanza, a livello nazionale ed europeo, abbiano svolto un ruolo importante nel rafforzare la resilienza” del sistema. “Ma non possiamo mai essere compiacenti: le autorità continuano a monitorare” la situazione. In ogni caso, “è vitale che continuiamo a mantenere e attuare gli accordi che abbiamo già preso”.

Nonostante il nulla di fatto Meloni si è detta “molto soddisfatta” delle conclusioni del Consiglio europeo. In particolare sul dossier immigrazione, che nei scorsi era stato oggetto di duro scontro con Macron, è uscito poco o nulla. Nelle conclusioni, infatti, i leader dei 27 Stati membri si limitano a ricordare ancora una volta “che l’immigrazione è una sfida europea che richiede una risposta europea” e chiedono “una rapida implementazione” delle conclusioni del vertice del 9 e 10 febbraio, che sarà valutata a giugno. Insomma tutto rimandato. Quanto basta per far rivendicare il successo alla premier italiana che ha parlato di “cambio di passo”.

Nelle comunicazioni alle Camere alla vigilia del vertice però la presidente del Consiglio aveva detto di aspettarsi “passi in avanti” immaginando anche la possibilità di un blocco navale europeo. Di tutto questo non se ne è parlato, e i lavori dedicati all’immigrazione non hanno avuto i risultati che il governo italiano si prefigurava.

Sul fronte bancario il vertice rassicura: Il settore bancario dell’area euro è “resiliente”, perché ha “forti posizioni di capitale e di liquidità”, ha detto la presidente della Bce Christine Lagarde ai capi di Stato e di governo dell’Unione. Il settore del credito nell’Eurozona, ha continuato, è “forte”, anche perché sono state applicate le riforme regolatorie concordate a livello internazionale, dopo la crisi finanziaria globale, “a tutti” gli istituti.

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Salgono gli occupati. Uil: solo 17 su 100 a tempo indeterminato

Pet, 24/03/2023 - 16:28

Dopo la frenata dell’ultima parte del 2022, l’occupazione cresce nel primo bimestre del 2023 con ritmi superiori a prima della pandemia. Secondo l’ultimo Rapporto Bankitalia-ministero del Lavoro e Anpal, infatti, dopo il forte calo nella seconda metà del 2022, nei primi 2 mesi del 2023 la domanda di lavoro nel settore privato non agricolo è tornata a crescere a ritmi sostenuti: sono stati creati oltre 100.000 posti, al netto delle cessazioni.

 

IVANA VERONESE SEGRETARIA CONFEDERALE UIL

 

Le aziende hanno attivato oltre 8 milioni di nuovi rapporti di lavoro nel corso del 2022, in aumento dell’11,4% rispetto al 2021. È questo un dato positivo, ma solo dal punto di vista quantitativo, poiché sul versante qualitativo continuiamo a riscontrare un elevato numero di contratti temporanei: solo 17 assunzioni su 100, infatti, hanno riguardato contratti a tempo indeterminato e continua a rimanere stabile, ad un debole 4%, l’incidenza dei contratti di apprendistato.

I dati del 2022 ci raccontano anche di altri fattori di criticità: degli oltre 3,5 milioni di rapporti di lavoro a tempo determinato attivati, il 46% è a part time. Siamo in presenza, quindi, non solo di incertezza lavorativa, ma anche di basse retribuzioni.

Si assiste nel 2022 ad un aumento anche delle cessazioni dei rapporti di lavoro. A preoccupare maggiormente è il forte incremento dei licenziamenti per motivo oggettivo (+37,1%), dopo il lungo periodo di blocco dei licenziamenti, ma anche l’elevato numero di contratti temporanei giunti a scadenza.

È sempre più alto il numero di cessazioni dovute a dimissioni. Nel 2022 se ne contano oltre 2,2 milioni e non sono assolutamente poche trattandosi del 28,3% del totale dei rapporti chiusi nell’anno. Occorrerebbe riflettere maggiormente sul perché un numero sempre maggiore di lavoratrici e lavoratori decidono di rassegnare volontariamente le dimissioni. Noi crediamo che ci sia una legittima, quanto condivisibile, mobilità interna volta alla ricerca di posti di lavoro qualitativamente migliori, il che significa anche meglio retribuiti.

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Cina, la terra del non detto e della “distruzione creativa”

Pet, 24/03/2023 - 15:56

“Il ciclo vitale dell’universo sinico si contrappone alla linea retta che muove il progresso dell’Occidente. Il pensiero cinese è di processo, non di arrivo. Dare senso al mondo non interessa la Cina, che con il mondo è alla ricerca di una linea di coerenza…”.
La premessa pone ex abrupto un interrogativo: possiamo tentare di capire la Cina con le categorie culturali statiche, diremmo anzi relativizzate, dell’Occidente? Con i destrutturati paradigmi analitici? Che conclusioni trarremmo se, come avverte Nietsche, non esistono fatti ma interpretazioni?
Sciarada ispida, riccamente imnervata, polisemica: come ha fatto la Cina nell’arco di pochi decenni (Mao è morto nel 1976) a innestare sull’architettura sociale marxista (declinata a modo suo) le articolazioni liberiste, la proprietà privata, il capitalismo? E’ da leggere come istinto di conservazione, un tentativo di sopravvivenza?
Oggi nel continente asiatico convivono il contadino inurbato con la mistica del lavoro e l’oligarca Jack Ma (Alibaba), così ricco e potente da condizionare il governo, che non riesce a gestirlo.
E mentre la Cina si assegna il ruolo di pacificator cortese del conflitto in corso e l’Europa, al contrario, indossa l’orbace e invia armi sempre più sofisticate per alimentarlo sine die, a questi interrogativi tenta di rispondere pro domo sua (è stato ambasciatore a Pechino dal 2013 al 2015) Alberto Bradanini in “Cina, l’irresistibile ascesa”, Sandro Teti Editore, Roma 2022, pp. 368, euro 18,00, collana “Hystoros” diretta da Luciano Canfora, con un bellissimo corredo fotografico di Alberto Cavazzuti, in queste settimane in tour in Italia.
Il Paese-Continente, Ideologia, Civiltà svelato all’Occidente in tutta la sua ontologica complessità e diciamo pure orgogliosa unicità, anche nel non voler farsi comprendere, da Epitteto ed Euclide a Matteo Ricci, e ovviamente Marco Polo, sino ai numerosi tentativi di condurlo al Cristianesimo.
Subito nell’introduzione un’affermazione incuriosisce e sorprende, quando il diplomatico parla del “pensiero classico cinese strutturalmente antiaristotelico”. Un’altra affermazione poi confonde ma invita implicitamente a sbarazzarsi di pregiudizi e luoghi comuni nell’approccio ermeneutico, a proposito di Confucio (guarda caso contemporaneo del precettore di Alessandro Magno), eccola: “è opposizione e insieme ricerca dell’armonia, conservazione dello status quo, subordinazione, ma anche ribellione…”.
Insomma, ci sono abbastanza indizi per curiosare nei sapidi, incalzanti, fascinosi capitoli: si troveranno conferme ma anche scoperte, perché nulla è più misterioso di ciò pensiamo di conoscere.
Dalla sfida con gli USA ai rapporto con la UE, l’Italia, la Russia, l’Iran, il Vaticano, il ruolo ritagliatosi in Africa, e poi l’eterotopia, la “distruzione creativa” e l’immancabile sinofobia (il pensiero occidentale vede nemici ovunque ed essendosi ammantato di pedagogia, punta sempre alla “conversione” e riduzione ad unicum le complessità).
Un saggio che pare messo giù in parallelo con la realtà che si dipana sotto i nostri occhi, con cui pare interagire e in cui gli equilibri geo-politici sono sconvolti e si sta costruendo il mondo che verrà. E l’Europa? Sta a guardare, come le stelle di Cronin…

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Quattro film per rappresentare l’industria cinematografica Usa

Pet, 24/03/2023 - 15:34

“Too big to Fail” è un film di CURTIS HANSON, basato sul best seller di ANDREW ROSS SORKIN, giornalista ed economista del THE NEW YORK TIMES. Nel 2011 la rete statunitense HBO ha prodotto il “FALLIMENTO DI LEHMAN BROTHERS” ed “ENEMY OF THE STATE” che è un film diretto da TONY SCOTT, scritto da DAVID MARCONI. Il film è interpretato da WILL SMITH E GENE HACKMAN sull’allora ancora sconosciuta NSA NATIONAL SECURITY AGENCY; “LANSKY” è il titolo di un film per la televisione del 1999, incentrato sulla vita del noto gangster MEYER LANSKY, interpretato da RICHARD DREYFUSS, affiancato da ERIC ROBERTS nella parte di BUGSY SIEGEL e da ANTHONY LA PAGLIA in quella di LUCKY LUCIANO; OFFICIAL SECRETS (SEGRETO DI STATO) e’ il titolo di un film tratto dal libro di MARCIA E THOMAS MITCHELL che parla del processo a KATHARINE GUN una informatrice britannica WHISTLEBLOWER che denunciò le illecite pressioni di REGNO UNITO e STATI UNITI SU ANGOLA, BULGARIA, CAMERUN, CILE, GUINEA E PAKISTAN per avere dall’Onu l’autorizzazione alla guerra in IRAQ. «Gli Usa e la Gran Bretagna minarono l’autorità dell’Onu». Lo disse sir John Chilcot, presentando il rapporto sulla partecipazione britannica al conflitto in Iraq del 2003 e sul ruolo di Tony Blair che si assunse la piena responsabilità per ogni errore commesso nella guerra in Iraq “senza eccezioni o scuse”. La Gun lavorava presso la GCHQ (Government Communications Headquarters) l’agenzia governativa che si occupa della sicurezza, nonché dello spionaggio e controspionaggio, nell’ambito delle comunicazioni, attività tecnicamente nota come SIGINT (SIGnal INTelligence). Attraverso l’accordo UKUSA è impegnata con la National Security Agency (NSA) statunitense e gestisce sul territorio britannico la raccolta e l’analisi dei dati per il progetto ECHELON. IN ESTREMA SINTESI: LE ARMI DI DISTRUZIONE DI MASSA CHE COLIN POWELL, SEGRETARIO DI STATO, DENUNCIO’ ALL’ASSEMBLEA GENERALE DELL’ONU ERANO UNA BUGIA! Questi quattro bellissimi film rappresentano, al meglio, l’industria cinematografica hollywoodiana degli Stati Uniti d’America. Il primo “Too big to fail” (troppo grande per poter fallire) racconta della grossa esplosione finanziaria americana a seguito della legge, voluta da Clinton, di consentire al sistema bancario di poter tornare ad essere, allo stesso tempo, banca commerciale e banca di investimento. Il secondo “Enemy of the State” letteralmente (nemico dello Stato) venne girato alla fine degli anni ’90 e tratta, invece, un argomento ancora più intrigante ovvero sbatte sul proscenio l’esistenza di un’agenzia governativa di spionaggio al di sopra della CIA: la N.S.A., National Security Agency, che tutto vede e tutto sa di ogni cittadino del mondo. Il terzo “Lansky” è la biografia del capo della mafia ebrea che, insieme a Luciano e previo accordo, dettero una grande mano agli Stati Uniti durante la seconda guerra mondiale. Mentre il quarto Official Secret, come evidenziato, mostra il cattivo uso di strumenti di servizi di sicurezza che manipolano, alterano o addirittura inventano. Spesso Hollywood ha trattato ed appoggiato la realizzazione del “sogno americano” in chiave sdolcinata e buonista ma in questi quattro capolavori contribuisce a portare piena luce su fenomeni storici mai affrontati e quasi sempre negati. I fatti e gli elementi riportati dagli autori delle opere citate avrebbero dovuto obbligare il Bel Paese ad interrogarsi e, di conseguenza, ad indagare. Dalle più alte istituzioni in giù bisognava investigare per dare risposte su quello che era realmente accaduto in Italia, soprattutto nel periodo caldo che va dal 1989 al 1994, senza con ciò dimenticare i quattro decenni precedenti perché ad esso legati fino ad arrivare alla seconda guerra mondiale, andando a ritroso nel tempo. Un’attenta analisi avrebbe certamente evidenziato gli irreparabili danni di tutti i tipi che si sono abbattuti da lì in avanti su ogni conquista economica, sociale e politica, realizzate dal 1945 al 1992 con l’avvio di un costante ed irreversibile impoverimento complessivo e senza dimenticare la progressiva e poi totale perdita di peso internazionale da parte italiana. Non trascurando, infine, la violenta intromissione nella vita di un Paese amico oltreché alleato.

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“Nostranotte”, l’ultimo romanzo di Claudia Fornari

Pet, 24/03/2023 - 15:21

“Nostranotte” è il titolo del romanzo di Claudia Fornari che viene presentato oggi a Roma, alle ore 18, presso Bibliothè in via Celsa, 5, dove interverranno oltre all’autrice, Giorgio Benvenuto, Enzo Mattina, Salvatore Rondello e l’editore Alfredo Catalfo. Fabio Moneta leggerà alcune pagine scelte dal romanzo.
Claudia Fornari, avvocato di diritto commerciale internazionale, ha curato il “Codice delle società commerciali della Repubblica di Polonia” edito da Giuffrè, si dedica anche alla narrativa dal 2017 quando ha esordito per Marsilio. Per Efesto ha pubblicato il romanzo “La vera storia del miserabile Federico Perchetti”, ha scritto la sceneggiatura del film di Giovanni Caporioni “Ridi Pagliaccio”. Adesso con il romanzo “Nostranotte” racconta la storia di un venditore di camicie, seduttore seriale, che incontra una dottoressa volontaria in zone di guerra e dell’improvvisa apparizione di un sogno d’amore. La storia, che si sviluppa in tre giorni, da venerdì a domenica, con eleganza espositiva, penetra nell’animo umano facendo emergere le problematiche esistenziali dei nostri giorni con i quali l’umanità sta facendo i conti. I fatti descritti nella storia, scuotono le coscienze dell’umano essere fatto di passione, di rispetto e di amore, ma anche di tante debolezze. Claudia Fornari in questo libro fa riflettere anche sul ruolo della cultura che viene tradita ed offesa da un egoismo distruttivo. Il romanzo cerca di far riflettere sulla realtà dell’uomo, che, nella sua colorita poliedricità, è causa del bene e del male.
Un libro da leggere, dove il lettore può trovare molti spunti di riflessione.

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Salvini e il ponte sullo stretto di Messina

Pet, 24/03/2023 - 15:15

Per il Ponte sullo Stretto di Messina, il governo italiano in carica fa sul serio. Il ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, ospite del programma tv “Cinque minuti” di Bruno Vespa, ha mostrato a tutta Italia il plastico raffigurante l’opera che unirà la Sicilia alla Calabria, promettendo la posa della prima pietra entro due anni e la realizzazione del ponte sullo Stretto di Messina entro i prossimi cinque anni.
La riproduzione in scala del viadotto che unirà la Sicilia alla Calabria (e di conseguenza al Continente) è stata presentata nel corso del programma condotto da Bruno Vespa, ed è lo stesso plastico che Salvini ha già mostrato pochi giorni fa in occasione del vertice con i presidenti della Sicilia e della Calabria, vale a dire rispettivamente Renato Schifani e Roberto Occhiuto. Ospite del giornalista Bruno Vespa, il vicepremier leghista ha promesso di posare la prima pietra entro due anni, quindi la costruzione partirà nell’estate 2024 e terminerebbe tra circa cinque anni. L’opera verrà realizzata grazie all’approvazione, il 16 marzo scorso, del  decreto del Consiglio dei ministri, sancendo il riavvio del progetto definitivo del 2011, che prevedeva la costruzione del ponte sospeso strallato più lungo al mondo, 3.2 km, da aggiornare secondo le nuove norme tecniche, di sicurezza ed ambientali. Il costo complessivo dell’infrastruttura è di 7 miliardi di euro preventivati. Ma, il costo complessivo finale realmente sostenuto per la realizzazione dell’opera, si saprà soltanto a consuntivo di fine lavori.
Il ponte più lungo del mondo a campata unica, sarà lungo 3.200 metri e alto 400 metri, con 6 corsie per i veicoli su strada e con in mezzo due percorsi ferroviari. Una campata unica che collegherà la Calabria con la Sicilia e un traffico stimato di seimila veicoli all’ora (cioè 144.000 veicoli al giorno) e duecento treni al giorno. All’indomani dell’approvazione in Consiglio dei Ministri del decreto che ridà vita alla società Stretto di Messina, si prevede per luglio 2024 la progettazione esecutiva e l’inizio dei lavori per il Ponte sullo Stretto. Per l’attraversamento di veicoli e treni, non si sa ancora se ci sarà un pedaggio da pagare ed a quanto ammonterebbe. Non si sa nemmeno se ci sarà una partecipazione di capitali privati.
Lunedì 27 marzo, alle 10, al Teatro Massimo di Palermo, Fondazione Magna Grecia e Fondazione Sicilia dedicheranno una giornata a ‘Il Ponte sullo Stretto, una sfida necessaria‘. Tra i relatori il ministro Raffaele Fitto, il presidente della Regione Siciliana Renato Schifani e della Regione Calabria Roberto Occhiuto.
Nino Foti, presidente della Fondazione Magna Grecia, ha affermato: “Mai come ora il Ponte sullo Stretto sembra essere una realtà a portata di mano. Questo significa che le istituzioni locali, gli attori sociali e politici, i protagonisti del mondo dell’impresa e dell’università devono unire le forze per far sì che questa essenziale infrastruttura europea non subisca intoppi e rallentamenti. Il Ponte può rappresentare una svolta nell’economia italiana e del Mezzogiorno, ma anche un risarcimento per due regioni, Sicilia e Calabria, che hanno un colpevole deficit infrastrutturale. Il Ponte non è alternativo all’Alta velocità o alla Statale 106, alle reti viarie e agli investimenti portuali, ma ne rappresenta la naturale e necessaria cerniera strategica“.
Il presidente della Fondazione Sicilia, Raffaele Bonsignore, ha aggiunto: “Da troppi anni si dibatte sull’importanza di realizzare il Ponte sullo Stretto.È ormai giunto il momento di passare dalle parole ai fatti, prendendo consapevolezza che questa grande opera può e deve essere realizzata, non soltanto a beneficio della Sicilia, ma di tutta l’Italia“. La giornata è organizzata in partnership con il Gruppo Pubbliemme-Diemmecom, ViaCondotti21-LaCapitale, LaC Network e coordinata da Alessandro Russo, direttore editoriale del Network e Paola Bottero, direttore strategico del Gruppo, che introdurranno i quattro panel. Altri media partner dell’iniziativa sono AdnKronos e Italpress. Ad aprire la giornata saranno i saluti del presidente della Fondazione Magna Grecia, Nino Foti, del presidente della Fondazione Sicilia, Raffaele Bonsignore e del sindaco di Palermo, Roberto Lagalla.
Salvini spiega: “Gli italiani hanno già pagato un sacco senza che sia stata posata una pietra. Perché farlo? Primo: perché a ponte fatto e ad alta velocità completata sia in Sicilia che in Calabria, Palermo-Roma 5 ore e mezza in treno rispetto alle 12 ore di oggi. 100.000 posti di lavoro veri nell’arco di 5 anni, un risparmio ambientale unico al mondo, 140.000 tonnellate di CO2 non emesse nell’aria e il canale di Sicilia assolutamente ripulito. E poi un risparmio di tempo, di soldi, di salute e un gioiello, ce lo diciamo, dell’ingegneria italiana nel mondo. Innanzitutto, costa meno di un anno di reddito di cittadinanza ed è un’opera che rimane per anni e anni e anni. I soldi li prende lo Stato e se dei privati vorranno dare una mano saranno i benvenuti. Quanti anni ci vogliono per costruirlo? Gli ingegneri dicono 5 anni. Noi prevediamo per l’estate 2024 la partenza”. Salvini fa una gaffe: lo Stato non “prende” i soldi ma li mette per la costruzione del Ponte, e la riduzione delle emissioni del CO2 ci sarà comunque, a prescindere dall’opera sullo Stretto di Messina, per la diversa alimentazione degli autoveicoli
Agli utenti dei social non è sfuggita la somiglianza tra il plastico che portò Silvio Berlusconi proprio da Vespa ormai 22 anni fa, nel 2001 quando fu ospite negli studi di Porta a Porta. Alcuni commentano sui social: “Nella giornata di Mosè, almeno un miracolo c’è stato. Lazzaro (Vespa) ha resuscitato dai magazzini Rai il plastico del ponte sullo stretto già presentato a Porta a Porta da Berlusconi e Lunardi quando Berlusconi. aveva meno capelli di adesso. Siamo un Paese fantastico. Ma Bruno Vespa non ha mai un minimo sussulto di dignità? 22 anni trascorsi invano. La storia infinita del ponte sullo stretto comincia con i Cartaginesi. Se ne sono occupati (anche) 40 governi e 280 ministri. Lo promisero pure Mussolini, Di Pietro e Berlusconi”.
Salvini comunica: “Domani sono a Taormina ad inaugurare una infrastruttura ferroviaria, 12 miliardi già stanziati per la Palermo, Catania, Messina, la Salerno–Reggio Calabria è in progettazione, abbiamo messo tre miliardi sulla statale 106 in Calabria, non avere il Ponte sarebbe una follia”.
Spiega il ministro Matteo Salvini, intervistato da Bruno Vespa su RaiUno: “Gli italiani hanno già pagato un sacco senza che sia stata posata una pietra. Perché farlo? Primo: perché a ponte fatto e ad alta velocità completata sia in Sicilia che in Calabria, Palermo-Roma si farà in cinque ore e mezza in treno rispetto alle 12 ore di oggi”.
La storia per la costruzione del ponte sullo Stretto di Messina è iniziata nel 1968 con il conferimento ad Anas, Ferrovie dello Stato e Cnr del compito di valutare la fattibilità dell’opera. Anche Pierluigi Nervi aveva realizzato un altro progetto a campata unica. Fu scelto quello realizzato dalla Società per il Ponte sullo Stretto. Il progetto viene fermato nel 2008 dal governo Prodi, fatto ripartire dal governo Berlusconi nel 2011 e di nuovo bloccato nel 2012 dal governo tecnico di Monti. Adesso, il governo Meloni ha approvato un decreto che consente l’immediato riavvio del percorso di progettazione e realizzazione.
In realtà si tratta di una scelta propagandistica. Il messaggio demagogico è chiaro. E’ quello populista che dimostrerebbe che il nuovo governo riesce a fare cose grandiose che non sono mai stati realizzati nei cinquanta anni dei precedenti governi.
Questo spiegherebbe perché anche Salvini, leader di un partito nato su motivazioni antimeridionaliste soffiando sulle ceneri di un odio razziale, oggi sbandiera la realizzazione del Ponte sullo Stretto di Messina come un’opera necessaria per lo sviluppo del Meridione e della Sicilia, lanciando solo fumo negli occhi. Un’opera che in realtà unirebbe soltanto Reggio Calabria a Messina. Salvini fa propaganda assieme a tutto il governo. Ha gonfiato i numeri dei vantaggi senza dire niente sugli svantaggi tra cui il disastro ambientale che colpirà l’ecosistema di Ganzirri. Parla delle cifre di comodo senza valutare la disoccupazione derivante dalla cessazione di alcune attività portuali attualmente esistenti e della concorrenza del trasporto aereo e marittimo.
Il trasporto via terra dalla Sicilia Occidentale a quella orientale, anche con la presenza delle autostrade, è superiore a tre ore. Il Ponte sullo Stretto, dunque, non risolve il problema dei trasporti all’interno della stessa Sicilia. Nei piani del governo non si parla del potenziamento di porti ed aeroporti. La Sicilia ha bisogno delle autostrade del mare e delle rotte aeree per sviluppare il commercio ed il turismo. Oltre agli interessi di propaganda politica, dovremmo inoltre chiederci quali sono i veri interessi che si muovono oggi sull’operazione del Ponte sullo Stretto di Messina dove c’è il rischio che mafia e ‘ndrangheta possano metterci le mani sopra, se non lo hanno già fatto.

Salvatore Rondello

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Ecco il sequel della “moral suasion” dei Nothin But Thieves

Pet, 24/03/2023 - 15:05

Dopo il successo clamoroso di “MORAL PANIC” e dell’Ep omonimoI”, i NOTHING BUT THIEVES sono tornati con il nuovo favoloso singolo “WELCOME TO THE DCC”, disponibile in digitale e accompagnato dal videoclip ufficiale: www.youtube.com/watch?v=Y3FNUvJYGpE.

“Welcome to the DCC” è una c anzone rock, ma con un tocco funk d’a vanguardia e influenze degli anni ’80, delineando un sound unico che parte da una tensione iniziale per sfociare in un tripudio di sintetizzatori e un ritornello che non ti abbandona.

Il brano anticipa il nuovo album “DEAD CLUB CITY”, in uscita il 7 luglio via RCA/Sony Music e ora in pre-order, e segna l’inizio di una nuova epoca per la band britannica,
Il gruppo è pronto a tornare con testi che raccontano l’attualità e con nuove sonorità che testimoniano e ribadiscono la sua capacità di rinnovarsi e di esplorare svariati generi.

“Dead Club City” sarà composto da 11 tracce, un concept album che immerge l’ascoltatore in un’autentica cittadina elitaria. La tracklist racconta le storie di diversi personaggi che abitano o gravitano attorno alla “Dead Club City”.

Usando il club come punto focale, è facile comprendere la metafora che si nasconde dietro la “Dead Club City”: argomenti come pubblicità e comunicazione, coesione, web, case discografiche, terza età e politica, così come il desiderio di fuggire e di cambiare, sono evidenziati dall’alienazione, o dal privilegio, che si prova ad essere parte di un club esclusivo.

La band sarà in Italia per un’unica immancabile data sabato 1 luglio all’Ippodromo SNAI La Maura, sul palco degli I-Days Milano Coca-Cola in cui affiancheranno The Black Keys e Liam Gallagher degli Oasis.

I Nothing But Thieves sono costituiti da Conor Mason (voce, chitarra), Joe Langridge-Brown (chitarra), Dominic Craik (chitarra, tastiera), Philip Blake (basso) e James Price (batteria).
Gli ultimi anni sono stati un bel giro per i 5 componenti di Southend dei Nothing But Thieves. Accumulando oltre 1,2 milioni di album venduti in tutto il mondo, 2 miliardi di stream e 250 milioni di visualizzazioni di video, hanno raccolto un’ampia fanbase intorno al loro alternative rock e hanno raggiunto il successo globale con numerosi dischi d’Oro e di Platino in tutto il mondo, incluso Regno Unito, Australia, Russia, Paesi Bassi, Corea del Sud e Polonia.
Nel 2020, hanno pubblicato il loro terzo album “Moral Panic”, che si è classificato #3 ottenendo oltre 320 milioni di stream e ha vinto il Best Indie Act ai Global Radio’s 2021 Awards. Lo stesso anno è uscito “Moral Panic II” e entrambi i progetti sono stati racchiusi in “Moral Panic (The Complete Edition)” nel 2021.
“Moral Panic” aveva seguito la pubblicazione del loro EP del 2018 “What Did You Think When You Made Me This Way”, del loro acclamato album del 2017 “Broken Machine”, che si è classificato #2 nella classifica degli album del Regno Unito, e del loro album di debutto omonimo “Nothing But Thieves”.
I loro concerti sono appassionanti ed energici. Nel 2021 e nel 2022 si sono esibiti nei principali festival e nelle principali città del Regno Unito e in generale dell’Europa, compreso un grande concerto a Londra alla O2 Arena e allo Ziggo Dome di Amsterdam, inoltre hanno aperto il live dei Rolling Stones a Lione. Da aprile saranno in tour in Nord America e Australia.

 

Andrea Malavolti

 

FOTO CONCESSA DALL’UFFICIO STAMPA PAROLE & DINTORNI

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Scuola. A viale Trastevere regna la confusione

Čet, 23/03/2023 - 19:38

Il Ministro Valditara pochi giorni fa ha ascoltato le parole del leghista Zaia il quale, citando Dante, ha proposto l’invio dei “bulli” nelle RSA. Poi il Ministro stesso ha negato il valore pedagogico delle sospensioni.
Sempre il Ministro Valditara, attestandosi su posizioni di retrovia, ha ribadito come il Ministero abbia messo a disposizione del personale scolastico l’Avvocatura di Stato. Il Ministro non vuole che gli insegnanti si sentano soli.

A nostro parere, gli insegnanti e il personale scolastico tutto si sentirebbero meno soli se il Ministero li sollevasse dal peso della burocrazia che oggi ne limita l’azione e l’efficacia. Ma il Ministro propone di introdurre altre incombenze come quella del tutor (che già esiste in alcuni indirizzi delle superiori) o del “docente orientatore”.

A nostro parere, gli insegnanti e il personale scolastico tutto si sentirebbero meno soli se si mettesse in atto una riforma del sistema che avvicinasse l’Italia all’Europa, a quei Paesi europei in cui fare il docente, lavorare nella scuola, garantisce dignità sociale ed economica.

A nostro parere, gli insegnanti e il personale scolastico tutto si sentirebbero meno soli se potessero contare su di un sistema di reclutamento efficace ed efficienti.

Una scuola libera dalla burocrazia, in cui agiscano professionisti stimati e ben pagati è la prima arma contro la dispersione scolastica, contro il disagio che si fa bullismo.
Per questa scuola noi socialisti ci stiamo battendo

 

Enzo Maraio

Segretario nazionale PSI

 

Luca Fantò
Referente nazionale PSI scuola, ricerca e università

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Nazionale, inizia il cammino verso Euro 2024

Čet, 23/03/2023 - 19:30

Smaltita la delusione per il mancato accesso al Mondiale in Qatar, vinto dall’Argentina di Messi, l’Italia cerca di voltare definitivamente pagina concentrandosi sulle qualificazioni per l’Europeo 2024, competizione dove gli azzurri sono invece campioni uscenti. La 17/a edizione del torneo che torna a disputarsi in un unico paese, la Germania, dopo l’esperimento delle sedi itineranti del 2020 (in realtà rinviato al 2021 per il Covid) si disputerà dal 14 giugno al 14 luglio 2024. Il cammino però inizia stasera, precisamente da Napoli dove alle 20:45 allo stadio “San Paolo – Maradona” gli Azzurri di Roberto Mancini sfideranno l’Inghilterra, in quello che sarà un replay della finalissima di Wembley dell’ultimo campionato europeo, vinto ai rigori dall’Italia due estati fa. Un girone non semplicissimo per Donnarumma e compagni, che oltre alla nazionale del ct Southgate hanno nello stesso gruppo Ucraina, Malta e Macedonia, proprio la squadra che ci ha eliminato nello spareggio per l’ultima rassegna mondiale.
Acqua passata. Adesso per Mancini e soci c’è l’obiettivo di difendere al meglio l’inaspettato successo europeo, ottenendo il prima possibile il pass per la Germania. Tuttavia per il ct jesino i problemi non mancano, soprattutto quelli in zona offensiva dove gli attaccanti azzurri non stanno vivendo un periodo particolarmente brillante. Immobile, che negli ultimi anni ha avuto un rapporto complicato con la casacca della nazionale, è fermo ai box tormentato dai problemi fisici. Stesso discorso per Raspadori, chiuso al Napoli dalle esplosioni di Osimhen e Kvaratskhelia. Poche presenze anche per Scamacca al West Ham, mentre in Serie A hanno oggettivamente deluso sia Belotti che Pinamonti con le maglie di Roma e Sassuolo. Dunque Mancini, che sorprendentemente ha lasciato a casa il laziale Zaccagni, autore di 9 gol in campionato e match-winner dell’ultimo derby della Capitale preferendogli il 17enne Pafundi dell’Udinese (che non ha praticamente mai visto il campo con i friulani), ha puntato sul “made in italy” all’estero, convocando Grifo del Friburgo (non è una novità), il giovane Gnonto del Leeds e soprattutto l’italoargentino Retegui del Tigre (con cui ha segnato 24 gol in 35 partite), novità assoluta nelle scelte del Mancio, che ancora una volta ha dimostrato di saper sorprendere tutti. Speriamo sia un azzardo vincente.

 

Francesco Carci

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Italia-Vietnam: Mattarella: “Ai nostri Paesi nuove opportunità”

Čet, 23/03/2023 - 19:27

Al Vietnam un invito dal Quirinale. Nel cinquantesimo anniversario delle relazioni diplomatiche tra la Repubblica Italiana e la Repubblica Socialista del Vietnam il Presidente Sergio Mattarella ha scritto al presidente Vo Van Thuong una lettera che ricalca le principali tappe del multipolarismo italiano nell’ambito delle attività delle Nazioni Unite e del partenariato strategico bilaterale Italia-Vietnam avviato nel gennaio 2013 nel pieno vigore del mandato del Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano.
Il partenariato strategico bilaterale, siglato dieci anni fa in occasione nel quarantesimo anniversario delle relazioni italo-vietnamite, verte su Istruzione, formazione, un memorandum di cooperazione nella difesa, istituzione del consolato italiano e interscambi culturali. Fu proprio l’Italia il 23 marzo 1973 il primo Paese della Comunità Europea, nel pieno della guerra fredda, a stabilire rapporti diplomatici con il Vietnam socialista, a seguito degli accordi di Parigi del 1973, siglati dai rappresentati degli Stati Uniti e del Vietnam del Nord che misero fine all’occupazione statunitense sul territorio vietnamita e che si concluse con il ritiro delle truppe statunitensi, la riunificazione del Vietnam e l’impegno statunitense alla ricostruzione del Vietnam, come auspicato dal leader anticoloniale Ho chi Minh, deceduto nel 1969, nel suo testamento che si richiamava al valore del lavoro e dell’ambiente e della politica al servizio del popolo e delle future generazioni.
Nel 2013 il segretario generale del Partito Comunista del Vietnam Nguyen Phu Trong incontrò di persona il Presidente della Repubblica Italiana Giorgio Napolitano e il ministro degli esteri vietnamita Pham Binh Minh ricordò “il prezioso sostegno” italiano al Vietnam. Da allora i rapporti si sono rafforzati nella cooperazione nel settore dell’alta tecnologia con la cooperazione spaziale e le prospettive di interscambio economico si sono ampliate anche grazie all’Hight level Dialogue on ASEAN-Italy Economic Relation, tenutesi ad Hanoi nel 2019.

La lettera inviata del presidente Sergio Mattarella, che è già stato in visita ufficiale in Vietnam, ricalca dunque l’ottimismo e gli auspici di cooperazione nell’ordine multipolare da italiani ed europei con la Repubblica socialista del Vietnam.

 

Benedetto Ligorio

Ph.D., Post-Doc, Storia Moderna, Sapienza Università di Roma.

 

 

Il testo integrale della lettera:
Il Presidente della Repubblica Italiana
S.E. Vo Van Thuong
Presidente della Repubblica Socialista del Vietnam
«In occasione del 50° anniversario dello stabilimento delle relazioni diplomatiche giungano a Lei, signor Presidente, e a tutti i suoi concittadini i più cordiali auguri del popolo italiano e miei personali.
Il 23 marzo 1973 furono formalizzati i vincoli di amicizia che uniscono Hanoi e Roma. Nell’arco dei cinquant’anni da allora trascorsi i nostri Paesi hanno saputo cogliere il potenziale del loro rapporto, fortemente radicato nella storia e, al contempo, orientato con fiducia verso il futuro.
Lungo questo cammino il rapporto bilaterale ha acquisito straordinario spessore in tutti i settori di comune interesse. L’istituzione nel 2013 del partenariato strategico bilaterale ha ulteriormente ampliato lo spettro di una collaborazione capace di declinarsi in iniziative concrete e di dischiudere ai nostri Paesi nuove opportunità di crescita, di sviluppo, di conoscenza reciproca.
I considerevoli risultati conseguiti ci inducono a rinnovare il nostro impegno a stringere legami ancor più intensi, in ambito bilaterale come anche nel contesto regionale e multilaterale, fissando ambiziosi traguardi che ci consentano di affrontare insieme le grandi sfide globali nel contesto della comune adesione al sistema delle Nazioni Unite e ai suoi valori.
In attesa di avere il piacere di riceverLa prossimamente al Quirinale, La prego di accogliere i più sinceri rallegramenti della Repubblica Italiana per l’importante ricorrenza odierna».
Roma 23 marzo 2023

 

Sergio Mattarella

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Petizione a sostegno di Maurizio Bolognetti contro la censura

Čet, 23/03/2023 - 19:04
Petizione a sostegno di Maurizio Bolognetti, per il diritto alla conoscenza e
contro la censura praticata da Youtube (Google)

Tra i firmatari: Giulio Cainarca (direttore di Radio Libertà), Livio Valvano (direttore
de L’Avanti), l’editore Giuseppe Postiglione, il dr. Giuseppe Rossi, il prof. Sergio
Tanzarella, Luigi De Magistris e il medico Isde Ferdinando Laghi, il dr. Pietro Luigi
Garavelli (primario di malattie infettive), Paolo Biagio Cipolla (docente universitario
Disum), Nicola Melfi (direttore di Radio Senise Centrale) e Antonio Albanese
(direttore di Agcnews), i giornalisti Pasquale Doria, Enrico Marotta, Patrizia
Corgnati, Antonino D’Anna, Paolo Sinisgalli, Nico Baratta, Graziella Giangiulio
e Fabio Frabetti, gli avvocati Alessandro Singetta e Angelo Bianco, il sociologo
Sergio Mantile e i medici Giuseppe Murgo, Linda Pelosi, Giuseppe Di Sario, Mara
Bozzarelli.

 

Dichiarazione di Maurizio Bolognetti, segretario di Radicali Lucani e giornalista
freelance

 

Nel ringraziare i 160 firmatari che in poche ore hanno sottoscritto la petizione allegata,
mi limito ad affermare che dovremmo attentamente riflettere su quanto scritto da Luigi
Curini, il 22 marzo, sulle pagine di Italia Oggi: “La censura è passata dal silenziare ciò
che è falso ad una modalità che si focalizza sulla narrazione politica da sostenere a
spese dei fatti. Con una postilla forse ancor più allarmante: su tutto questo è sceso un
silenzio imbarazzante da parte dei media. Un silenzio che fa altrettanto paura. E forse
questo il mondo che si vorrebbe? O il condizionale qua è già troppo ottimista?”.
Cosa aggiungere? Il manganello di regime si abbatte ormai costantemente contro chi
sostiene tesi eterodosse ed è colpevole di voler far conoscere fatti che negano narrazioni
ufficiali indiscutibili. Già, eterodosse. Ma rispetto a quale ortodossia?

 

Al Presidente dell’ODG Basilicata, Mario Restaino
Al Presidente Assostampa Basilicata, Angelo Oliveto
Al Presidente Nazionale ODG, Carlo Bartoli
Al Presidente Nazionale Fnsi, Vittorio di Trapani

 

Per due volte, in poco più di dieci giorni, Youtube ha rimosso rubriche curate dal
giornalista Maurizio Bolognetti.

Sul canale Youtube del giornalista, dove sono archiviati circa 2000 video, ora pende
quindi la spada di Damocle della cancellazione.
Facendo nostre le parole dello stesso Bolognetti ci chiediamo e chiediamo se sia possibile
“accettare che sia rimessa alla decisione di potenti multinazionali scegliere cosa possa
essere ascoltato e cosa debba essere rimosso, fino ad arrivare alla Damnatio memoriae”.
A sedere sul banco degli imputati non dovrebbe esserci un giornalista e un politico che
svolge la sua attività con senso di responsabilità, ma i vari Facebook e Google con le
loro pratiche, ottimamente descritte nel libro di Shoshana Zuboff, “Il capitalismo della
sorveglianza”.

Ciò detto e premesso, ritenendo la decisione di Youtube lunare, censoria e finalizzata
ad impedire ai cittadini la possibilità di conoscere per deliberare, oltre che lesiva della
libertà di opinione e di pensiero sancita dall’art. 21 della Costituzione, in qualità di
cittadini chiediamo al Presidente dell’ODG Basilicata e a chi in Basilicata rappresenta la
Federazione Nazionale della Stampa, nonché agli organi nazionali delle citate
associazioni di far sentire la propria voce in relazione a un vergognoso atto di censura
e di esprimersi in merito al fatto che Youtube vesta contemporaneamente i panni di
giudice, Pm, giuria e boia, al fine di scongiurare la cancellazione del suddetto canale.

 

Noi Sottoscritti:

 

• Giuseppe Rossi, medico (residente a Senise)
• Giuseppe Murgo, medico (residente a Castel San Giovanni)
• Linda Pelosi, medico (residente a Latronico)
• Pietro Luigi Garavelli, medico infettivologo (residente a Valmadonna)
• Giuseppe Di Sario, medico (residente a Sant’Arcagelo)
• Ferdinando Laghi, medico ISDE (residente a Castrovillari)
• Mara Bozzarelli, medico (residente a Castel San Giovanni)
• Giulio Cainarca, direttore di Radio Libertà (residente a Milano)
• Livio Valvano, direttore de “L’Avanti” (residente a Melfi)
• Giuseppe Postiglione, editore (residente a Potenza)
• Nicola Melfi, direttore di Radio Senise Centrale (residente a Senise)
• Antonio Albanese, direttore di Agcnews (residente a Roma)
• Antonino D’Anna, giornalista (residente a Castano Primo)
• Pasquale Doria, giornalista (residente a Matera)
• Enrico Marotta, giornalista (residente a Sapri)
• Nico Baratta, giornalista (residente a Foggia)
• Patrizia Corgnati, giornalista (residente a Torino)
• Paolo Sinisgalli, giornalista (residente a Gallicchio)
• Graziella Giangiulio, giornalista (residente a Roma)
• Fabio Frabetti, giornalista (residente a Tuoro sul Trasimeno)
• Piervittorio Scimia, conduttore Radiofonico (residente a L’Aquila)
• Alessandro Singetta, avvocato (residente a Potenza)
• Angelo Bianco, avvocato (residente a Matera)
• Sergio Mantile, sociologo (residente a Castelvolturno)
• Sergio Tanzarella, docente universitario (residente a Caserta)
• Luigi De Magistris, già sindaco di Napoli (residente a Napoli)
• Paolo Biagio Cipolla, docente universitario Disum (residente a Catania)
• Lucia Tripodi, casalinga (residente a Catania)
• Anna Conte, architetto e insegnante (residente a Latronico)
• Carlo Giordano, impiegato (residente a Pignola)
• Giuseppe Pelosi, impiegato comunale (residente a Latronico)
• Nicoletta Colombo, insegnante (Residente a Meda)
• Rosanna Ennico, casalinga (residente a Moliterno)
• Raoul Guatteri, educatore professionale (residente a Londa)
• Sabatino Savaglio, dr. commercialista (residente a Cosenza)
• Biniam Pelosi, studente e pizzaiolo (residente a Latronico)
• Angela Pirisi, ausiliaria (residente a Thiesi)
• Anna Maria Di Stefano, insegnante (residente a Catania)
• Patrizia Albanese, operatrice call center (residente a Napoli)
• Alessandro Bolognetti, insegnante (residente a Napoli)
• Rosa Previti, ingegnere elettronico (residente a Catania)
• Flavio Bolognetti, studente (residente a Napoli)
• Ivan Forastiere, operaio (residente a Latronico)
• Maria Antonietta Ciminelli, insegnante (residente a Latronico)
• Claudia Monni, casalinga (residente a Perugia)
• Simona Calabrese, impiegata (residente a Roma)
• Nicola Cervone, impiegato (residente a Rionero in Vulture)
• Maria Antonietta Cervone, consulente (residente a Rionero in Vulture)
• Filippo Pucci, impiegato (residente a Toronto)
• Elisabetta De Luca, impiegata (residente a Latronico)
• Egidio De Luca, barista (residente a Latronico)
• Lucia Carlomagno, insegnante (residente a Lauria)
• Rosanna Lobefalo, insegnante (residente a Latronico)
• Ignazio Matinata, commerciante (residente a Latronico)
• Filomena Giordano, insegnante (residente a Sant’Arcangelo)
• Jessica Giacoia, insegnante (residente a Latronico)
• Francesca Di Sanzo, insegnante (residente a Rotonda)
• Sabine Peukert, avvocato (residente a Merano)
• Antonella Visintin, pensionata (residente a Torino)
• Francesco Taurisano, insegnante (residente a Pietragalla)
• Annunziata Cifarelli, pensionata (residente a Roccanova)
• Mario Appella, pensionato (residente a Roccanova)
• Paola Masi, insegnante (residente a San Severino Lucano)
• Lucia Cannavò, insegnante (residente a Catania)
• Anna Vignera, casalinga (residente a Catania)
• Elisabetta Conte, consulente/libero professionista (residente a Latronico)
• Luciana Conte, commerciante (residente a Latronico)
• Biagio Ferrara, operaio (residente a Latronico)
• Noemi Ferrara, infermiera (residente a Latronico)
• Lara Ferrara, studentessa (residente a Latronico)
• Alessandro Maria Bolognetti, studente (residente a Latronico)
• Maria Greco, collaboratrice scolastica (residente a Roccanova)
• Maria Luigia Lobefalo, musicista (residente a Latronico)
• Alberto Del Buono, pensionato (residente a Vasto)
• Leonilda Bolognetti, pensionata (residente a Napoli)
• Giovanni Del Peschio, operatore di call center (residente a Napoli)
• Maria D’Amelio, pensionata (residente a Castronuovo Sant’Andrea)
• Michele Labella, operaio (residente a Rionero in Vulture)
• Daniela Zaccai, pensionata (residente a Mezzano)
• Daniela Gambale, operaia (residente a Rionero in Vulture)
• Lucia Della Torca, casalinga (residente a San Felice a Cancello)
• Giuseppina Giannasio, insegnante (residente a Sant’Arcangelo)
• Giuseppe Veneziano, Dipendente Aor San Carlo (residente a Muro Lucano)
• Maria Concetta D’Agate, insegnante (residente a Catania)
• Egidia Caricati, casalinga (residente a Latronico)
• Milena Ielpo, impiegata (residente a Prato)
• Gigliola Pucci, insegnante (residente a Firenze)
• Giuseppina Ielpo, pensionata (residente a Prato)
• Daniela Travascio, insegnante (residente a Sant’Arcagelo)
• Egidia Forastiere, pensionata (residente a Latronico)
• Luciana Vecchio, commerciante (residente a Latronico)
• Daniela Erboso, libera professionista (residente a Rende)
• Massimiliano Lofrano, agente di commercio (residente a Latronico)
• Rossella Buccolo, parrucchiera (residente a Meda)
• Maria Teresa Caricati, casalinga (residente a Latronico)
• Giuseppina Caricati, casalinga (residente a Meda)
• Rocco Gesualdi, operaio (residente a Latronico)
• Maria Teresa Favale, disoccupata (residente a Latronico)
• Marcello Egidio Favale, geometra (residente a Latronico)
• Donato Favale, operaio (residente a Sassuolo)
• Simone Gesualdi, studente (residente a Latronico)
• Antonio Simone, studente (residente a Latronico)
• Roberta Pirozzi, libera professionista (residente a Casagiove)
• Giuseppe Pasquale Calabrese, dirigente scolastico in pensione (residente a
Latronico)
• Wilma Ciminelli, pensionata (residente a Castrolibero)
• Michele Dell’Accio, impiegato (residente a Roma)
• Mario Lettieri, pensionato (residente a Potenza)
• Mario Erboso, libero professionista (residente a Castrolibero)
• Danilo Erboso, impiegato (residente a Castrolibero)
• Gabriele Persia, lavoratore autonomo (residente a Roma)
• Alessandro Persia, libero professionista (residente a Roma)
• Alessandra Consoli, lavoratore autonomo (residente a Fonte Nuova)
• Efisio Persia, pensionato (residente ad Artena)
• Stella Papaleo, pensionata (residente ad Artena)
• Biagio Padula, pensionato (residente a Matera)
• Livia Cagnazzi, docente (residente a Napoli)
• Luciana De Luca, casalinga (residente a Latronico)
• Antonietta Narcisi, pensionata (residente ad Aci Castello)
• Ester Narcisi, architetto e insegnante (residente ad Aci Castello)
• Vincenzo Veltri, farmacista (residente a Castrovillari)
• Bruno Esposito, commerciante (residente a Napoli)
• Ruggero Di Biagi, libero professionista (residente a Roma)
• Luigia Giuliana Fisicaro, insegnante (residente a Catania)
• Giuseppe Gesualdi, impiegato (residente a Roma)
• Ilaria Perretti, impiegata (residente a Roma)
• Anna Rondinelli, casalinga (residente a Latronico)
• Michele Conte, pensionato (residente a Latronico)
• Santina Rondinelli, casalinga (residente a Latronico)
• Egidio Gesualdi. Pensionato (residente a Latronico)
• Mina Lopez, casalinga (residente a Bari)
• Maria Carmela Grezzi, operatrice socio-sanitaria (residente a Latronico)
• Silvio Forastiere, operatore socio-sanitario (residente a Roma)
• Tommaso Severini, operaio (residente a Novafeltria)
• Giuliano Barbieri, commerciante (residente a Padova)
• Mario Pulvirenti, impiegato (residente a Catania)
• Maria Teresa Tripodi, insegnante (residente a Castelfranco Piandisco)
• Roberto Bolognetti, elettricista (residente a Napoli)
• Paola Arsa, ostetrica (residente a Pisa)
• Patrizia Moschetti, impiegata (residente a Catania)
• Natalia Palacios, casalinga (residente a Catania)
• Giorgio Antonio Maria Lodato, dr. in economia (residente a Niscemi)
• Giulia Pardo, studentessa (residente a Catania)
• Khansaa Jaafari, disoccupato (residente a Solarino)
• Giuseppe Alderuccio, imprenditore (residente a Floridia)
• Susanna Metta, pensionata (residente a Monza)
• Daniele Furnari, parrucchiere (residente a Catania)
• Nunzia Russo, parrucchiera (residente a Catania)
• Fabio Piccione, commerciante (residente a Francofonte)
• Fabio Forgione, commerciante (residente a Catania)
• Rocco Polito, lavoratore autonomo (residente a Senise)
• Egidio Sassano, elettricista (residente a Senise)
• Franco Tricarico, impiegato (residente a Senise)
• Giuseppe Rizzo, imprenditore (residente a Catania)
• Riccardo Famà, studente (residente a Catania)
• Andrea De Leo, studente (residente ad Aci Catena)
• Domenico Fede, studente (residente a Modica)
• Gabriella Sapuppo, commerciante (residente a Catania)
• Maria Rosaria Monti, sociologa (residente a Napoli)
• Giovanni Cafà, studente (residente a Gela)
• Sergio Sessa, studente (residente a Catania)

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Scrive Saverio Romeo:Solo la Basilicata può salvare la Basilicata

Čet, 23/03/2023 - 18:58

Stiamo annegando nel passato. Siamo così sommersi da ricordi e nostalgie che non riusciamo a vedere più nulla. Ci aggrappiamo alla Basilicata che fu per non vedere il suo presente che si sgretola ed il suo futuro che rischia di non esistere. Ci sono scelte forti da fare. Ma le evitiamo. Ci giriamo intorno, ma alla fine ci ritroviamo allo stesso posto. Ci ritroviamo a chiederci se dobbiamo rassegnarci ad un nostro mondo rimpicciolito perché il rimpicciolirsi è inevitabile. Non possiamo fermare questo fenomeno di miniaturizzazione perché è semplicemente impossibile? E forse non è un male. Non ci sarebbe nulla di cui dolersi e vergognarsi. Ma se non sopportiamo l’idea di essere piccoli, minimi, allora dobbiamo seriamente interrogarci su cosa possa invertire la rotta. Ed il passato non è necessariamente dove troveremo la risposta. Non possiamo continuare a dirci che tutto era meglio anni fa, che eravamo più felici, che le cose erano semplici. Non possiamo continuare a celebrare il passato, lamentandoci del presente e accettando rassegnati un futuro che non abbiamo mai immaginato. Abbiamo fatto del lamento un’arte che ci rende ciechi. E’ inutile cantare Brigante se more se non ne cogliamo lo spirito e l’orgoglio per il proprio territorio. E’ inutile che celebriamo Scotellaro se non cogliamo la sua lezione nell’analizzare la società lucana e provare a darle un cammino. Il Sud ed, in particolare la Basilicata, per l’assenza di grandi centri, è ad un bivio esistenziale. Viviamo una crisi profonda e sostanzialmente rifiutiamo di vederla. Ci adoperiamo ed affanniamo in palliativi e non in cure. Il mondo politico tutto – non vedo grandi distinguo anche perché il tema è davvero difficile – s’arrocca nei vari castelli nel mantenimento delle posizioni in attesa di qualche mano salvificatrice. Ma da quei castelli il depauperamento della regione dal punto di vista delle risorse umane e finanziarie e dei servizi alle comunità è evidentissimo. Vi è bisogno di un momento di riflessione collettiva, una sorta di governo d’emergenza, per dare alla regione una visione del futuro ed una strategia con cui raggiungerla. Nessuno si spenderà per questo. Non dobbiamo aspettare lo stato o la UE. All’inesorabile ottimizzazione delle risorse che lo stato prima o poi farà, la Basilicata potrà essere una delle entità territoriali da rivedere, forse da eliminare. Non ci sarà tempo per noi. Non ci sarà cuore che si commuoverà alla logica dei numeri. Non ci salverà una pala eolica, un attrattore qui ed uno là, il turismo di ritorno, o un evento anche ben fatto. Ci salveremo se riusciremo a definire una direzione, un percorso, una definizione di Basilicata nel 2050 ed una strategia per realizzarla. I lucani devono definire questa strategia. I lucani devono decidere cosa essere e come essere nel futuro. Solo i lucani possono salvare i lucani.

 

Saverio Romeo
Docente di Trasformazione Digitale e Tecnologie Emergenti
Birkbeck – University of London

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MADRI DENTRO

Čet, 23/03/2023 - 17:33

Dem hanno ritirato le firme sulla proposta di legge per modificare l’articolo 146 del codice penale, che prevede il differimento della pena per le donne incinta e per le madri con un figlio inferiore a un anno di età. Il provvedimento, essendo stato presentato da loro in quota opposizione, è decaduto.

 

Fallisce anche l’unico tentativo di realizzare una norma bipartisan in questa legislatura: il blitz di FdI e Lega in commissione alla Camera fa saltare l’accordo trasversale. Il Pd ritira la proposta di legge.

 

“Questo era un testo che era già stato votato da un ramo del Parlamento nella precedente legislatura. Noi lo avevamo ripresentato per migliorare le condizioni delle detenute madri, ma la maggioranza lo ha trasformato inserendovi norme che di fatto peggiorano le cose consentendo addirittura alle donne incinte o con figli di meno di un anno di età di andare in carcere. Così non ha più senso, quindi ritiriamo le firme”, spiega il Dem Alessandro Zan.

Si infiamma la polemica politica intorno alla proposta di legge sulle detenute madri: il capogruppo della Lega in Commissione Giustizia della Camera, Jacopo Morrone, ha fatto sapere che la proposta la “ripresentiamo noi visto che il Pd, ritirando le firme dal provvedimento, l’ha fatta decadere. E noi ripresenteremo un testo che contiene le proposte di modifica che erano state approvate e che prevedono che non ci siano più scuse per le donne incinte. Anche loro, se tornano a delinquere, finiranno in carcere”.

I componenti Dem della Commissione Giustizia della Camera hanno aggiunto: “Eravamo a un passo dall’introdurre nel nostro sistema una legge di civiltà per fare in modo di non vedere mai più bambine e bambini dietro le sbarre. Con la forzatura della destra di oggi il testo è stato stravolto e purtroppo con queste norme l’obiettivo della nostra proposta è stato cancellato. Se vogliono norme per più bambine e bambini in carcere si facciano da soli la legge. La destra ancora una volta mostra la sua totale insensibilità, una vergogna”. La capogruppo del Pd alla Camera Debora Serracchiani, in una conferenza stampa tenuta assieme a Chiara Gribaudo, Federico Gianassi e Alessandro Zan, ha aggiunto che “a questo punto l’accanimento della maggioranza contro i bambini è una certezza”.

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L’impatto del Covid sui bambini con disturbo autistico

Čet, 23/03/2023 - 16:57

La Neuropsichiatria infantile dell’Aou di Sassari protagonista di un importante studio internazionale pubblicato su Molecolar autism, una prestigiosa rivista scientifica specializzata in autismo

Sassari 22 marzo 2023 – Che impatto ha avuto il Covid sui bambini con disturbo dello spettro autistico? La pandemia ha determinato dei cambiamenti drastici nella routine quotidiana, nell’interazione sociale e nell’istruzione, nell’accesso ai servizi e alle terapie.

Il Covid ha fatto emergere un peggioramento generale della salute mentale dell’infanzia e dell’adolescenza e le società scientifiche nazionali e internazionali avevano dato da tempo l’allarme.

Nei giorni scorsi è stato pubblicato su Molecolar autism, la più importante rivista scientifica specializzata in autismo, uno studio internazionale che ha coinvolto oltre un migliaio di bambini di età compresa tra i 5 e i 21 anni e 14 centri internazionali che vanno dal Canada, al Giappone, agli Stati Uniti, all’Europa.

Uno studio molto dettagliato che spiega l’impatto del Covid sui bambini autistici e che ha coinvolto un grande gruppo di ricerca internazionale tra cui alcuni centri italiani come la Neuropsichiatria infantile dell’Aou di Sassari e, in particolare, il professor Stefano Sotgiu direttore della clinica e la dottoressa Alessandra Carta. Un lavoro che ha visto la collaborazione dei massimi esperti di autismo a livello mondiale e al quale hanno partecipato anche ricercatori italiani come Alessandro Zuddas, scomparso recentemente e direttore della Neuropsichiatria infantile dell’ospedale Microcitemico di Cagliari e Adriana Di Martino che ha coordinato l’intero gruppo di ricerca e che dirige un importantissimo centro per l’autismo a New York.

«Noi siamo stati coinvolti durante una collaborazione internazionale relativa agli effetti del Covid sulla psicopatologia negli accessi al pronto soccorso. In seguito, abbiamo partecipato a uno studio mondiale sull’impatto della pandemia sui bambini con disturbo dello spettro autistico con o senza disabilità intellettiva», ha affermato il professor Stefano Sotgiu.

A livello locale, lo studio ha coinvolto 30 famiglie residenti nella provincia di Sassari seguite dalla Clinica neuropsichiatrica e ha preso in considerazione bambini e ragazzi tra i 5 e i 15 anni di età. In tutti questi casi, si è potuto osservare un peggioramento della loro condizione, anche di tipo comportamentale.

«Abbiamo fatto un’indagine attraverso l’utilizzo di una piattaforma informatizzata e, attraverso le interviste con i genitori, somministrate tra luglio e ottobre del 2020 – ha spiegato Alessandra Carta, neuropsichiatra dell’Aou – si è potuto analizzare l’effetto delle restrizioni durante la pandemia sulla severità, l’eventuale peggioramento o stazionarietà dei sintomi dell’autismo nei ragazzi».

«Ci siamo resi conto subito del peggioramento appena è scoppiato il lockdown. I dati precedenti indicavano che l’impatto della pandemia era maggiore nei bambini con una severità clinica maggiore, il nostro studio invece – ha affermato il professor Sotgiu – ha messo in luce altre esigenze e altre cause correlate al peggioramento dei sintomi nei bambini con disturbo dello spettro autistico».

«L’idea del progetto è stata quella di valutare quali fossero i bisogni rinnovati dei soggetti affetti da un disturbo dello spettro autistico con associata o meno disabilità cognitiva – ha spiegato Alessandra Carta – Quello che si è potuto osservare è che l’impatto non è legato alla severità del disturbo, ma alla discontinuità nell’assistenza ospedaliera o territoriale che questi bambini hanno dovuto subire in conseguenza delle restrizioni».

La pandemia ha colpito i bambini più fragili. In pratica, spiegano i due ricercatori, il risultato dello studio è importante perché dimostra che il peggioramento dei pazienti autistici è legato allo stato di salute dei servizi e non allo stato di salute precovid del bambino.

I bambini che hanno dovuto interrompere per più tempo i percorsi terapeutici e riabilitativi a causa delle norme restrittive imposte nelle varie regioni sono quelli che hanno mostrato una perdita delle autonomie raggiunte e delle competenze precedentemente acquisite. In questi casi c’è stato un peggioramento dei sintomi tipici dello spettro autistico, come la tendenza all’isolamento o l’acuirsi dei comportamenti ripetitivi e interessi stereotipati.

E infine la straordinaria importanza della telemedicina.

«Grazie alla telemedicina ci siamo potuti collegare con le case dei bambini e abbiamo programmato delle visite quotidiane a tutti i pazienti che presentavano delle criticità maggiori. In questa maniera siamo riusciti a ridurre le urgenze sicuramente per quanto riguarda la gestione dei pazienti più problematici. Laddove questo non è avvenuto, c’è stato un peggioramento», hanno concluso i due ricercatori dell’Aou di Sassari.

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Raffaello Barbieri, Elisabetta Pisu e “L’arte dell’espresso”

Čet, 23/03/2023 - 15:30

Prosegue fino al 21 aprile Passione italiana: l’arte dell’espresso, la mostra a cura di Elisabetta Pisu che ha aperto i battenti il 7 marzo all’Istituto Italiano di Cultura di Copenaghen. Un’esibizione che racconta, grazie a una selezione di oggetti che hanno segnato un’era, come si è evoluto il rito del caffè, il suo consumo, la sua produzione domestica e da bar, permettendo ai visitatori di realizzare un viaggio nel tempo attraverso 200 anni di design, tecnologia, cambiamenti sociali ed estro creativo.
Realizzata in occasione dell’Italian Design Day – l’evento mondiale indetto dal Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale che celebra l’eccellenza del design italiano e del made in Italy nel mondo- l’esposizione mette al centro la passione per l’espresso e traccia un percorso storico tramite 45 oggetti, fra caffettiere nate dalla matita di grandi designer, che sono diventate vere icone di un’epoca, e pezzi più recenti frutto di innovazioni tecnologiche, che hanno radicalmente trasformato i processi produttivi del caffè e ne hanno innalzato gli standard qualitativi.
Ne abbiamo parlato con Elisabetta Pisu, ideatrice e curatrice della mostra, oltre che organizzatrice insieme all’Istituto Italiano di Cultura di Copenaghen, e con Raffaello Barbieri, direttore dell’istituto, per comprendere meglio il percorso espositivo e il suo valore narrativo.

 

La mostra racconta due secoli di storia attraverso l’evoluzione del design per il caffè, cosa emerge da questo viaggio nel tempo che il percorso espositivo ci permette di compiere?

 

Elisabetta Pisu: «Emerge una costante ricerca e sperimentazione tecnologica delle macchine da caffè, frutto della creatività, dell’ingegno, del saper fare artigiano e dell’attenzione al valore estetico. Dai primi brevetti rivoluzionari, risalenti alla fine del XIX secolo, fino alle macchine di ultima generazione, si è sempre puntato a valorizzare le caratteristiche organolettiche del caffè espresso, per farne una bevanda di qualità. L’espresso ha saputo affermarsi in tutto il mondo come simbolo del caffè all’italiana. Le macchine da bar, le caffettiere e i servizi da caffè raccontano di ritualità, abitudini, sensazioni ed emozioni di uno stile di vita italiano dal forte valore sociale e culturale.»

 

Il design italiano come simbolo del made in Italy nel mondo, cosa ci dicono questi oggetti del nostro modo di ideare e progettare oggetti?

 

Elisabetta Pisu: «Sono una testimonianza importante di come i progetti nati dalla collaborazione tra designer e imprenditori illuminati siano diventati capolavori senza tempo, dalla bellezza immutata; un chiaro esempio del fatto che ricerca, innovazione, qualità e creatività restano il tratto distintivo del design italiano, apprezzato e riconosciuto nel mondo.»

 

Quali sono i pezzi in mostra che lei ritiene più significativi dell’evoluzione nel tempo che viene raccontata, quali i più rappresentativi e riconoscibili del made in Italy all’estero?

 

Elisabetta Pisu: «Ritengo che i pezzi più significativi siano l’Eterna Pavia del 1925, con struttura a caldaia verticale e sistema a vapore dallo stile lineare e razionalista; il modello America della Gaggia del 1958, che rivoluzionò la preparazione del caffè con l’apparato a leva, e la E-61 della Faema, con la sua pompa elettro-volumetrica; macchine da bar che hanno decretato il successo del caffè espresso. L’introduzione di nuovi materiali come l’acciaio e le plastiche e più recentemente l’uso di capsule e cialde ha consentito, nell’ambito domestico, la preparazione di un caffè con la stessa cremosità e consistenza di quello del bar. Sicuramente tra gli oggetti più iconici indicherei la Moka inventata da Alfonso Bialetti degli anni ‘30 e quella degli anni ‘50 con il famoso “Omino con i baffi” del fumettista Paul Campani; la Carmencita disegnata da Marco Zanuso nel 1979 per Lavazza, dall’inconfondibile forma conica e il manico a 90 gradi; La Cupola e La Conica progettate da Aldo Rossi per Alessi, simboli per eccellenza del rapporto dialettico tra architettura e paesaggio domestico.»

 

Cosa significa promuovere la cultura italiana all’estero?

 

Raffaello Barbieri: «Non esiste una formula magica buona per ogni situazione, per ogni Paese, per ogni continente. La realtà culturale di un Paese europeo è molto diversa da quella di una nazione latino-americana o dell’estremo oriente. Ma anche la realtà danese, per rimanere nel contesto nordico, è molto differente da quella svedese o tedesca. Bisogna, dunque, adattare il dato generale alla situazione particolare del Paese dove si opera. Promuovere la cultura italiana all’estero significa, innanzitutto, liberarsi di una serie di luoghi comuni verso l’altro, di stereotipi accumulati nel corso della vita. È normale, nessuno di noi ne è immune e sappiamo quanti siano i cliché sull’Italia e gli italiani. La cosa importante è sapere mettersi in discussione, essere pronti a cambiare opinione alla prova dei fatti. È doveroso puntare su settori in cui il ruolo leader dell’Italia è storicamente riconosciuto, penso all’arte, all’opera lirica, all’archeologia, senza trascurare, tuttavia, altri ambiti in cui appare importante sostenere il rilievo internazionale dell’Italia in ambito nordeuropeo – musica jazz, scienza e tecnologie, arte contemporanea, cinema, design. Infine bisogna ricordare l’affermarsi del nostro Paese negli ultimi anni in campo culturale, musicale, sportivo e scientifico, il che fa da volano alla diffusione della nostra cultura.»

 

Quale immagine si ha dell’Italia in Danimarca?

 

Raffaello Barbieri: «L’Italia continua a godere di un’immagine positiva come Paese di grande cultura che mostra i lati migliori nel suo patrimonio artistico, paesaggistico ed enogastronomico. Il pubblico che frequenta l’Istituto sia per partecipare agli eventi, sia per frequentare i corsi di lingua ama profondamente l’Italia, ne apprezza la cultura, lo stile di vita, i paesaggi urbani e naturali, la moda, sa bene che l’Italia è al primo posto per i siti tutelati dall’UNESCO. Ma accanto a questa immagine tradizionale dell’Italia, se ne sta sviluppando un’altra, quella di un Paese dinamico, che non eccelle solo per la pizza e la musica ma che è leader fra i maggiori costruttori di infrastrutture – è il caso della Metropolitana di Copenaghen – e al vertice nell’industria aerospaziale e cantieristica. Questo cambio di immagine è dovuto anche alle centinaia di giovani ricercatori italiani ben inseriti nelle università, nelle aziende, negli ospedali danesi.»

 

In che modo la narrazione del design made in Italy si integra con l’attività dell’Istituto?

 

Raffaello Barbieri: «Non c’è dubbio che esistono dei settori in cui le affinità elettive tra due Paesi sono più forti rispetto ad altri ambiti culturali. Il design fa parte certamente di quelle industrie creative nelle quali il dialogo tra Italia e Danimarca è più intenso. Per questo motivo, oltre a “Passione italiana: l’arte dell’espresso” l’Istituto dedicherà un’altra esposizione al design. A giugno, in occasione dei “3 Days of Design”, la principale rassegna del settore in Danimarca, l’Istituto ospiterà la mostra “Timemade”, con opere di David Dolcini, il designer che fa parlare il legno.»

 

 

Fonte: Ufficio stampa Sign Press – Isabella Clara Sciacca

 

 

 

 

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Tra Accademia di Firenze e Istituto degli Innocenti accordo di collaborazione

Čet, 23/03/2023 - 12:32

Un accordo di collaborazione per la valorizzazione dei propri beni culturali attraverso mostre, concerti, attività educative, iniziative promozionali e altre forme di progettualità comune. È quanto sottoscritto dall’Istituto degli Innocenti e dalla Galleria dell’Accademia di Firenze, i due enti del centro storico fiorentino che conservano un immenso patrimonio storico-artistico. I contenuti dell’accordo, che ha durata triennale ed è rinnovabile, sono stati presentati oggi, 22 marzo, nella sede dell’Istituto degli Innocenti dalla presidente Maria Grazia Giuffrida e da Cecilie Hollberg, direttore della Galleria dell’Accademia di Firenze.

L’accordo ha già dato vita a un ricco programma di iniziative congiunte a cui, nei prossimi mesi, si aggiungeranno altri eventi e progetti. In base all’intesa, per prima cosa, l’Istituto si impegna a riconoscere una riduzione sul prezzo di ingresso al Museo degli Innocenti per i visitatori muniti di biglietto della Galleria dell’Accademia di Firenze (emesso nei sei giorni precedenti). Visitando, quindi, il celebre museo che custodisce il David di Michelangelo, i turisti avranno anche la possibilità, a prezzo ridotto, di scoprire i tesori dell’edificio di piazza Santissima Annunziata progettato da Filippo Brunelleschi, di ammirare le opere custodite nel Museo degli Innocenti, di partecipare alle attività dedicate a bambini e famiglie e alle visite a tema.

Un altro importante capitolo dell’accordo riguarda un ricco programma di concerti e di attività legate al mondo della musica e degli strumenti musicali di cui la Galleria dell’Accademia di Firenze custodisce rari esemplari. Documenti, fino a oggi inediti, presenti nell’Archivio storico degli Innocenti hanno rivelato che nel periodo tardo Rinascimentale – primo Barocco i bambini accolti agli Innocenti studiavano e suonavano strumenti dell’epoca come il flauto, il trombone, il cornetto e il liuto. Alcuni di questi antichi strumenti sono presenti nella collezione del Conservatorio Luigi Cherubini, custoditi ed esposti alla Galleria dell’Accademia di Firenze. Questo prezioso patrimonio, che mette in connessione le storie dei due istituti, ha portato all’ideazione di questo primo ciclo di concerti. In tale occasione, verranno proposte delle visite (su prenotazione) alla collezione degli strumenti esposti alla Galleria dell’Accademia. Le visite, che permetteranno un approfondimento specifico sul tema, si terranno nelle stesse date dei concerti, alle ore 16.30 circa. Si prevedono inoltre visite congiunte alle due sedi e attività laboratoriali che si terranno nella Bottega dei ragazzi. Il programma di concerti proposto dall’Istituto degli Innocenti, che ripercorrerà cronologicamente tempi e modalità di esecuzione della musica dal Rinascimento ai giorni nostri, sarà ospitato negli spazi monumentali del salone Brunelleschi e nel Cortile delle Donne.

Il ciclo si aprirà con due incontri musicali ideati dalla Galleria dell’Accademia di Firenze, in collaborazione con la restauratrice di strumenti Kerstin Schwarz. Il primo, lunedì 15 maggio, con un approfondimento sull’attività di Bartolomeo Cristofori nel suo primo periodo a Firenze, accompagnato da un concerto con due copie di strumenti a tastiera della collezione Medicea (la spinetta ovale e il clavicembalo d’ebano del Cristofori). Il secondo appuntamento, lunedì 22 maggio, con un focus sul clavicembalo inglese Longman & Broderip del 1785 e un concerto per clavicembalo inglese. In queste occasioni sarà possibile visitare la sezione di strumenti musicali custodita dalla Galleria dell’Accademia di Firenze.

Giovedì 25 maggio, invece i concerti si sposteranno nel Cortile delle Donne dell’Istituto, dove, alle ore 18, i giovani del Conservatorio Luigi Cherubini “daranno voce” al canto solistico con accompagnamento strumentale del primo Barocco. Segue poi martedì 6 giugno, alle ore 18, il concerto proposto dalla Scuola di Musica di Fiesole: in programma le esecuzioni di S-bandiamo (i piccolissimi della classe dei “fiati” della Scuola), del Gruppo corale dell’Orchestra delle Piagge e di due gruppi di musica da camera. Infine, terzo appuntamento, domenica 11 giugno alle 18, con il gruppo di musica d’insieme e orchestra dell’Astrolabio che accoglie ragazzi con diverse disabilità.

Sul fronte artistico, la prima mostra frutto dell’accordo è dedicata a Pier Francesco Foschi (1502-1567), pittore manierista della scuola fiorentina, celebre in particolare per la sua attività di ritrattista. La rassegna, organizzata dalla Galleria dell’Accademia di Firenze, riunirà dal 27 novembre 2023 al 10 marzo 2024 nelle sale per le esposizioni temporanee del museo, oltre quaranta autografi del pittore, tra dipinti e disegni, che ripercorreranno i principali aspetti della sua prolifica attività. Per l’occasione, l’Istituto degli Innocenti presterà l’opera custodita nel suo Museo che ritrae la ‘Madonna col Bambino e due angeli’. Inoltre, l’Istituto realizzerà anche una ricerca di archivio per verificare la storia dell’opera, organizzando, come Bottega dei Ragazzi, un laboratorio specifico per gruppi di bambini o ragazzi e promuovendo l’iniziativa sui propri canali di comunicazione istituzionale.

“Sono molto felice di aver sottoscritto un nuovo accordo di collaborazione con la Galleria dell’Accademia di Firenze, dopo quello già attivato nel 2019 – ha commentato la presidente dell’Istituto degli Innocenti, Maria Grazia Giuffrida -. Per noi è importante affiancare all’impegno plurisecolare dell’Istituto nella tutela dell’infanzia, anche l’attività di valorizzazione del nostro ingente patrimonio culturale che è un bene prezioso per la comunità e che, con questo accordo, cerchiamo di rendere più fruibile e accessibile a tutti”.

“Con la presidente Giuffrida – ha sottolineato Cecilie Hollberg, direttore della Galleria dell’Accademia di Firenze – siamo riuscite a creare un progetto significativo di collaborazione e di collegamento tra le nostre due prestigiose istituzioni del quadrilatero lorenese. Un progetto del quale sono molto soddisfatta e che ci da l’opportunità di mettere in luce i rispettivi tesori. Fiorentini e turisti potranno visitare i due musei grazie ad un prezzo speciale ma anche vivere eventi come i concerti che da maggio coinvolgeranno sia la Galleria dell’Accademia di Firenze che l’Istituto degli Innocenti. Senza dimenticare le visite guidate per famiglie nell’ambito della mostra che la Galleria dell’Accademia di Firenze organizzerà a novembre prossimo: la prima monografica in Europa dedicata a Pier Francesco Foschi”.

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